Vendemmia, buona la prima: "Uva raccolta in anticipo, ma bene qualità e quantità"

Scorrendo le foto di Ferragosto, c’è chi avrà notato anche quelle di produttori fra le viti a vendemmiare. Una partenza lampo? Per molti sì, anche sui Colli bolognesi, dove la star è il Pignoletto. E se per ora parliamo della raccolta di uve bianche (non solo), di certo il cambiamento climatico ormai sta riscrivendo il calendario. Ogni giorno in questa fase fa storia a sé, ma il calice è mezzo pieno: sono buone sia la qualità che la quantità delle uve. Le incertezze vengono, invece, dal mercato e dal calo dei consumi.
"L’ultimo caldo di agosto ha accelerato la maturazione e si è iniziato a vendemmiare circa una settimana prima – spiega Carlo Piccinini, presidente del Consorzio Emilia-Romagna, che ha assorbito anche il Consorzio dei Colli Bolognesi –. Ma con il cambiamento climatico questa tendenza resterà, soprattutto in collina dove c’è più esposizione al sole e manca l’irrigazione. In pianura c’è chi deve ancora iniziare".
"I colleghi – continua Piccinini – si preparano a una buona vedemmia, c’è stata escursione termica, buona per l’acidità, che nel caso del Pignoletto è importante. Non vogliamo essere troppo ottimisti in questa fase in cui ogni pioggia incide, ma le aspettative sono buone. Dal punto di vista agronomico il quadro è positivo per qualità e quantità. Siamo arrivati alla vendemmia in condizioni normali".
Altro fronte è quello commerciale in questa ’estate dei dazi’. "C’è qualche preoccupazione – prosegue il presidente –. Il Pignoletto non è ancora così diffuso negli Usa, ma altri vini potrebbero rivolgersi ad alcuni dei mercati in cui siamo presenti". Per quanto riguarda la denominazione dei Colli, "il Pignoletto bolognese, punta di diamante della produzione, è molto legato al mercato locale e della ristorazione che un po’ soffre. Ma anche le famiglie sono più attente, i consumi di vino ne risentono. E molto c’è da fare per l’enoturismo: per tanti turisti l’Emilia-Romagna emerge per la gastronomia, ma nel vino non c’è lo stessa fama".
"Qualità e quantità promettono molto bene nonostante il contesto nazionale e internazionale non favorevoli – aggiunge Giorgio Chiarli, Tenuta Santa Croce, vicepresidente e rappresentante dei Colli bolognesi nel Consorzio –. Le punte di caldo sono state in parte mitigate dalle piogge, anche se l’ultima grandine qualche problema l’ha dato".
Ma in generale, "tutta la collina ha qualche grattacapo in più – considera–. È un messaggio da far passare al consumatore: si spende forse un euro in più per una bottiglia, ma ci sono qualità eccezionale e salvaguardia del territorio. Sono problemi da affrontare per trovare un nuovo equilibrio". In che modo? "Servirebbe qualche contributo per realizzare nuovi bacini di raccolta delle acque piovane – conclude – che sarebbero utili anche per evitare che l’acqua arrivi nel fondovalle tutta in una volta. E con formule meno ’cervellotiche’, perché a volte è complicato avere accesso ai bandi". Inoltre, "c’è stata poca attenzione nel guidare gli agricoltori nella riconversione dei vigneti. In una fase di calo dei consumi, che c’è dagli anni ’60, si è espiantato in collina per impiantare in pianura, dove la resa è anche quattro volte superiore. Forse sarebbe stato meglio sostenere l’agricoltura di collina".
İl Resto Del Carlino